Più luce nella nuova teoria generale degli esponenti
Autori: Guzzo Roberto; Pelizza Rolando
Editore: E.I.L.E.S – Edizioni Internazionali di Letteratura e Scienze

E fu notte. Non la notte che precede il giorno, ma una notte al di fuori dell’universo finito, nel buio senza fine, senza confini e forma in una eternità assoluta. A ritroso nel tempo mi trovai nel non tempo.
Una sensazione da non poter descrivere, perché al di fuori della normalità dell’esistenza. Ci si può tentare di spiegarla con un esempio, anche se incompleto nella sua interezza. E’ come quando un essere umano si astrae da tutto ciò che lo circonda e intensamente col pensiero e con l’anima si rivolge alla ENTITA’ SUPREMA chiedendole aiuto, un immenso aiuto.
In quel momento egli si pone al di sopra di tutto ciò che è terreno, al di fuori del mondo, come si dice comunemente, ed entra nel Nirvana, cioè in uno stato di annullamento di ogni desiderio e realtà terrena, in uno stato di beatitudine in perfetto godimento spirituale.
In quel momento di catarsi il mio essere, frammento infinitesimo – tutti noi, come vedremo in seguito, siamo frammentati, fatti di frammenti universali – si trovò ad essere tutt’uno, non però come parte integrante, sebbene differenziata di tutto l’Universo, ma come essenza della Suprema Essenza, eterna nell’assoluta Eternità, come un figlio staccato dal mondo del padre, ma sempre carne e spirito dei suoi genitori che lo hanno generato.
Mi pareva di colloquiare, ma era un colloquio senza suoni e perciò senza parole, in un silenzio assoluto di intuizioni alla ricerca di più luce.
Intuivo, a differenza di quanto viene affermato quando si è in stato di trascendenza, di essere, invece, una parte, un frammento dell’interezza della Suprema Essenza costituente l’universo nel suo essere e determinarsi.
Nel colloquio trovavo la ragione di una ulteriore conferma di far parte del finito universo che perennemente diviene e mai finisce, e quindi ero pervaso dalla brama di conoscere, conoscere, conoscere sempre PIU’ LUCE.
